Test immunologici per l’identificazione di anticorpi IgM,IgG verso SARS-CoV-19 (CoviD19)

Il Gruppo Bios in linea con quanto emanato dal Ministero della Salute con circolare 11715 del 03/04/2020 non esegue attualmente test rapidi o sierologici per l’identificazione di anticorpi IgM ed IgG diretti verso il virus SARS-CoV-2, responsabile della malattia da Coronavirus 19 (CoViD19), pur essendo dotata di moderni laboratori con strumentazioni ad alta efficienza analitica utili all’esecuzione di test sierologici.

Ciò in quanto i risultati ottenuti da questi test, non risulterebbero “sufficientemente attendibili” per la valutazione diagnostica, in quanto la presenza di anticorpi non è indicativa di un’infezione acuta in atto.

Tuttavia rassicuriamo la clientela che la nostra Direzione Tecnica di Laboratorio sta seguendo con la massima attenzione la fase di validazione dei test per l’identificazione degli anticorpi anti Covid19 svolta da diversi Istituti Scientifici autorizzati. Al riguardo, tali Istituti hanno avviato una sperimentazione scientifica su più fronti, al fine di giungere, quanto prima, ad una conclusione positiva.

Nel contempo, i nostri Centri si stanno organizzando per essere pronti ad offrire il servizio richiesto.

Al momento, è ragguardevole il numero di reattivi immessi sul mercato a tale scopo dalle Aziende di Diagnostici. Di detti reattivi si dovrà valutare l’affidabilità in termini di sensibilità e specificità, prima della loro utilizzazione nella routine dei laboratori di analisi cliniche.

Un utilizzo inappropriato di questi test, se inaffidabili, potrebbe fornire molti casi di falsi negativi o di falsi positivi e procurare nella popolazione comportamenti che potrebbero compromettere la salute. Ad esempio una falsa negatività, per assenza di anticorpi IgM, non escluderebbe la presenza del virus.

Studi preliminari dimostrerebbero che la comparsa degli anticorpi avviene diversi giorni dopo l’avvenuto contagio, mentre la presenza del virus viene riscontrata già dopo 48-72 ore.

Va pertanto evidenziato che l’utilizzo dei test sierologici non sostituisce la ricerca dell’RNA virale mediante diagnostica molecolare con PCR Real Time su tampone naso-faringeo che, come ribadito dall’OMS, resta l’approccio diagnostico standard, internazionalmente accettato.

Va inoltre specificato che non ci sono conoscenze precise sulla reale protezione e persistenza nel tempo delle IgG. Pertanto la presenza del test sierologico positivo non garantisce che il soggetto sia immune e, nel caso lo fosse, per quanto resterà protetto in caso di reinfezione.

Tuttavia lo scopo dei test sierologici è la valutazione epidemiologica, cioè verificare che il paziente sia venuto in contatto con il virus ed abbia sviluppato una risposta anticorpale. La mappatura dei soggetti che sono venuti a contatto con il virus sarà utile per la riammissione alle attività lavorative e anche per selezionare i soggetti da vaccinare.

Inoltre alla fine della pandemia, grazie a questi dati, si potrà avere un quadro reale della diffusione del virus e valutare lo stato di immunizzazione della popolazione.

In questo contesto, va ricordato che i risultati delle indagini dovranno essere sempre interpretati dal proprio medico curante con l’integrazione del quadro clinico del paziente.

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